Il digital storytelling da Lego a Twletteratura

di Giulia Lippolis

Ne “L’Isola del giorno prima” Umberto Eco scriveva Per sopravvivere bisogna raccontare storie”.

La creazione e la narrazione di racconti hanno sempre fatto parte della storia dell’uomo, cominciando con i graffiti nelle caverne o con la descrizione delle peripezie di Ulisse, fino ad arrivare alle storie di terrore attorno a un falò.

Un racconto è un passatempo, ci coinvolge dal punto di vista emotivo, ci fa sentire parte di una comunità o di una cultura, ci permette di dare un senso alla realtà che ci circonda.

In didattica, ancor più se ci sono strumenti digitali a supporto, raccontare e rielaborare storie contribuisce allo sviluppo del pensiero critico, migliora le capacità di apprendimento e la creatività, favorisce la crescita della motivazione e dell’impegno, supporta gli alunni con difficoltà.

 

Si lavora sul digital storytelling in classe, quindi, quando si utilizzano immagini, timeline, mappe o video per presentare in maniera semplice e coinvolgente concetti didattici complessi o per permettere agli studenti di presentare e riorganizzare le proprie conoscenze.

Un racconto strutturato e realizzato dagli studenti, come quello di “Tom e il drone” per esempio, può permettere di approfondire nozioni matematiche, scientifiche e geografiche anche contemporaneamente.

 

https://www.youtube.com/watch?v=RHjMVCNO2sU

 

Gli strumenti per realizzare attività di questo tipo sono infiniti

  • Storyboardthat per la creazione di fumetti e PowToon per la realizzazione di video aggiungendo facilmente animazioni, immagini e audio;
  • Storybird una piattaforma che permette di creare storie, di condividerle e confrontarsi con una community abbastanza ampia.;
  • Spreaker, strumento per la creazione e la trasmissione di podcast;
  • Storymap JS e Timeline JS due web-app gratuite che permettono la narrazione di storie collocandole rispettivamente in un luogo preciso dello spazio e lungo un tempo cronologico lineare.

 

Uno strumento interessante per introdurre lo storytelling nelle classi, è il kit Lego Education Story Starter, che aiuta i bambini a costruire storie introducendo e descrivendo personaggi, setting, trama del racconto e migliorando al tempo stesso le capacità manipolative e di costruzione. Il kit include, oltre ai classici mattoncini e alle schede per le attività, un software che permette di importare e digitalizzare le immagini delle storie create, documentare e condividere il proprio lavoro.

 

Un esempio particolare di digital storytelling è sicuramente Twletteratura, il progetto di social reading che promuove la lettura e il commento di testi, perlopiù classici, su Twitter o Betwyll. I lettori scelgono un libro, lo leggono seguendo un calendario ben preciso e lo commentano sui social riscrivendo dei passaggi, parafrasandolo e reinterpretandolo tramite frasi, immagini, video.

 

Nel seguente Storify due esempi di questo tipo social reading nei diversi ordini di scuola

Per poter partecipare basta sfogliare il regolamento e le Faq, scegliere il libro più adatto alla propria classe e cominciare a leggere. Per poter commentare sui social, gli studenti delle Scuole Secondarie possono creare degli account personali. Per la Scuola Primaria e dell’Infanzia, invece, è l’insegante che crea un profilo per l’intera classe.

 

In conclusione, se ci fosse un’unica frase che potesse chiudere e racchiudere tutto quello che sappiamo sull’importanza delle storie – quelle vecchie e, in questo caso, quelle nuove – io credo che sarebbe questa:

“Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore.” (Gianni Rodari)