WWWStories: Barbara Perucca “Non si deve mai rinunciare ai propri sogni”

Vi abbiamo chiesto di raccontarci un’esperienza di vita o di lavoro particolarmente significativa, che potesse ispirare le donne della Community: sono arrivate tantissime mail e oggi siamo felici di pubblicare la prima delle WWWStories.

Un sogno nel cassetto che si avvera

di Barbara Perucca

Barbara Perucca

Ho conosciuto Work Wide Women tramite Facebook. Ho visto il post della presentazione di un libro alla Feltrinelli, e anche io ho presentato in Feltrinelli. Poi mi ha incuriosito molto che nell’articolo si parlasse anche della storia lavorativa della scrittrice che ha voluto cambiare vita con il suo libro, dal titolo tra l’altro molto simpatico. Mi intervistarono anni fa in radio proprio a proposito della Sacher torte e del mio blog di ricette. Anche grazie a questa coincidenza ho deciso di scrivervi.

Mi riconosco in Work Wide Women per i corsi social  molto sapientemente sviluppati.

Perché io stessa sto provando a utilizzare il web per farmi conoscere e non solo.

Alle donne che mi leggono vorrei dire che non si deve mai rinunciare ai propri sogni.

Ho aspettato tanto a pubblicare, tante porte chiuse o porte aperte poi rivelatosi truffe. La vita è una sola e ripeto la frase di Walt Disney che ho su una parete in casa: “If you can dream it you can do it.”

Il mio sogno nel cassetto, il mio romanzo, si è avverato. E poi l’amore, il mio libro è un messaggio per tutti, di speranza e fiducia nel destino. L’amore non si può cercare, accade e accade quando meno lo si cerca. È lui a trovare noi.
Quindi ispirazione ad essere se stessi sempre e a seguire il cuore in amore e non solo. E non mollare mai. Di solito è l’ultima chiave del mazzo che apre la porta. E comunque se non è quella la nostra porta, lo sarà un’altra. Non demordere mai e credere in se stessi nonostante i giudizi, le critiche, le invidie altrui. Yes we can

Per me scrivere è sempre stato come respirare

Mi chiamo Barbara Perucca e sono di Firenze, cuore Viola come ho scritto sul retro della copertina del mio romanzo d’esordio (Non voglio ammettere che ti amo – Edizioni Helicon), anche se nella vita ho vissuto quattro anni a Londra e più di un anno a Parigi, quindi mi sento comunque cittadino del mondo, oltre che fiorentina.
Scrivere per me è sempre stato come respirare: una necessità, un bisogno che ancora adesso mi fa fermare a volte in mezzo di strada per cristallizzare un pensiero e dargli una forma scritta (infatti carta e penna sempre in borsa).
Non mi vergogno a dire che tengo ancora il diario segreto, e negli anni ho scritto di tutto: da poesie, ad articoli, racconti … anche un saggio che è arrivato settimo a tre punti dal primo classificato in un concorso dal titolo davvero di ispirazione “La felicità cosa crea?”.

Ho scritte le mie prime poesie a dieci anni

Nel 2001 la mia vita da scrittrice ha avuto una vera svolta: la fine della storia d’amore più importante della mia esistenza è stata una spinta autobiografica fortissima per iniziare qualcosa che nemmeno io sapevo sarebbe poi diventato il mio primo romanzo.

Finito nel 2011, sono riuscita a pubblicarlo a marzo 2016. Sono successe tante cose nel mezzo, tra le quali il divorzio dei miei genitori dopo trent’anni di matrimonio, il mio partire per Londra … È stato un libro che in parte ha vissuto con me, anche se solo nella fantasia delle storie dei personaggi. Non è autobiografico, ma ovviamente ci ho riversato tutto il mio sentire, e in fondo quello che è il mio concetto dell’amore.

Tanti personaggi, tante vite che si intrecciano in quella commedia pirandelliana (per me Pirandello è un grande maestro) che è la vita di ciascuno, con le proprie cadute, i propri errori, ma anche le proprie gioie, i propri dubbi, le proprie scelte. Un libro anche di formazione dove le tematiche affrontate sono tante e tutte reali.
Dopo tanti anni in cui avevo abbandonato il mio manoscritto nel cassetto, è stata una gioia immensa vedere finalmente realizzato il mio sogno: pubblicare e dare un messaggio al mondo di speranza, di vita, di amore, quell’amore che non possiamo essere noi a cercare, ma è sempre lui a trovare noi, ed in maniera imprevedibile.

Ho sempre creduto nella meritocrazia, e infatti anche le mie esperienze di vita mi hanno dimostrato che esistono realtà in cui veramente possiamo essere valutati per chi siamo e quanto davvero valiamo: a Londra e a Parigi ho ricoperto a tempo indeterminato ruoli manageriali senza aver mai avuto alcuna conoscenza né raccomandazione.

La strada per la felicità è essere autentici, e non imporre a se stessi cose che non si vogliano davvero. Non solo in amore, ma anche nelle scelte lavorative bisogna sempre essere noi stessi, in cerca della propria strada.
Personalmente la sto ancora cercando, avendo cambiato percorso di carriera proprio in nome di quello che sono io, e di quello che vorrei fare da ultimo: la scrittrice.
Il mio libro quindi vuole essere un messaggio anche per dire di non accontentarsi, di non subire situazioni che non siamo noi. Non possiamo vivere la vita di qualcun altro. Le scelte devono restare sempre e solo nostre e consapevoli.
Quindi spero davvero con il mio romanzo di diffondere un messaggio positivo sul mistero dell’amore e la sua bellezza, sulle scelte della vita ed i suoi percorsi, sulle cadute e sulle salite, ostacoli e traguardi, ricordando a tutti che la vera ricetta per la felicità è sempre seguire il cuore e vivere nell’amore autentico per se stessi e per gli altri.

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