Lavoro e benessere femminile

Lavoro, sicurezza e benessere sono per ciascuna di noi temi importanti. Work Wide Women ha incontrato Emma Pietrafesa, ricercatrice e autrice insieme a Chiara Brunetti e Maria Castriotta del volume “Lavoro, sicurezza e benessere al femminile” pubblicato da Inail.

Ti occupi di sicurezza sul lavoro e sei tra le autrici di una pubblicazione sul tema lavoro, sicurezza e benessere femminile. Quali sono le cose più importanti emerse da questa vostra pubblicazione?

La ricerca in materia di salute e sicurezza del lavoro (SSL) orientata al genere costituisce un filone di indagine relativamente recente. In particolare, nel settore della SSL, emerge con chiarezza che, per migliorare la prevenzione in ottica di genere, c’è bisogno di maggiore ricerca in aree caratterizzate da condizioni lavorative non-standard; vanno inoltre approfondite le esposizioni multiple, l’impatto sulla salute dell’aumento dell’intensità lavorativa nei servizi, vanno promossi programmi di riabilitazione e di reinserimento lavorativo per le donne. È importante adattare il lavoro al lavoratore e non il contrario, soprattutto quando il lavoratore può essere osservato da diverse prospettive (donna, giovane, immigrata, disabile).

Quali sono i rischi da valutare in ottica di genere?

Tra i rischi “nuovissimi”, legati alle nuove forme contrattuali di lavoro, vanno citati i rischi derivanti dai lavori multipli. La crisi finanziaria, che rende difficili le prospettive per tutti, in particolare per i giovani e per le donne, ha innescato negli ultimi anni un trend di occupazione multipla, legato alla necessità di sopperire alle scarse entrate di lavori a termine, occasionali o part-time. Il lavoro multiplo e i minilavori costituiscono nuovi tipi di occupazione molto diffusi, soprattutto tra le lavoratrici. Si tratta di un tema assolutamente rilevante per la SSL, se si pensa anche soltanto alla difficoltà di una formazione specifica per i diversi settori lavorativi. Un ulteriore rischio emergente è costituito dal tragitto casa-lavoro: le statistiche dimostrano che le lavoratrici sono più esposte agli infortuni in itinere rispetto ai loro colleghi. Se ne deduce che il pericolo principale per le donne è proprio rappresentato dal percorso di andata o ritorno dal lavoro, quando si tratta di affrontare le difficoltà della conciliazione vita familiare-lavoro: l’accompagnamento o la ripresa dei figli dalla scuola, lo sforzo di trovare il tempo da dedicare alla spesa e ad altre incombenze, può comportare un calo di lucidità e di concentrazione, con rischi per la sicurezza.

Dalla tua esperienza professionale e anche come Wister, che ruolo pensi possano giocare le nuove tecnologie a favore delle donne e della loro presenza sul mercato del lavoro?

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) per l’Europa rappresentano il 6-8% del PIL europeo  e la possibilità di affrontare le sfide della globalizzazione incentivando l’innovazione, la creatività e la competitività del sistema economico. Queste nuove tecnologie di comunicazione sono diventate forza e perno dei cambiamenti sociali anche nella ridistribuzione dei carichi ed impegni socio-familiari. Già dall’inizio del nuovo millennio la domanda di lavoratori specializzati nel settore è stata in costante crescita; gli orizzonti che ICT e web aprono alle professioni digitali sono molteplici: reti professionali, formazione, commercio elettronico sono solo alcune delle attività trasformate in idee eopportunità imprenditoriali. Le tecnologie tuttavia vengono spesso viste come strumenti complessi e adatti esclusivamente agli “addetti ai lavori”. Niente di più sbagliato, le tecnologie, oggi, offrono opportunità per migliorare e semplificare la nostra vita di tutti i giorni sia in termini ludico-personali che in termini lavorativo-professionali, per qualunque tipo di professione anche non scientifica. Come Rete WISTER è quello che cerchiamo di fare ovvero avvicinare le donne alle ICT perché le ICT sono fattori chiave di crescita per l’occupazione e l’economia in generale; promozione culturale tra i cittadini; cambiamenti nell’ambito organizzativo-gestionale con impatto su ambienti di lavoro, ambienti di vita e condizioni stesse di lavoro; risposta alle grandi sfide della società: invecchiamento della popolazione attiva, attenzione a nuovi modelli di supporto socio-sanitari; energia sostenibile; istruzione; prevenzione e sicurezza; forza e perno dei cambiamenti sociali.