Web Economy Festival raccontato da Elisa Gaudio

Oggi ospitiamo il post di Elisa Gaudio, iscritta a Work Wide Women dalle prime ore di vita del progetto. Elisa ha seguito in prima persona Il web economy festival di Cesena e ha partecipato al  nostro Workshop di skill sharing ed ecco il suo follow-up. Il 22 marzo 2014 Work Wide Women ha partecipato al Web Economy Festival di Cesena, l’evento di punta del Web Economy Forum, con un workshop dedicato allo #skillsharing. L’intento è stato quello di promuovere la #conversazione tra coppie di donne (vedi lo storify) provenienti da diversi settori professionali, perché si “raccontassero” a vicenda cosa sanno fare. Con l’assoluta convinzione che la contaminazione delle idee stimoli l’acquisizione di nuove competenze, utili per la formazione delle nuove professionalità richieste dalla Web economy. Work Wide Women ha quindi condiviso le idee che animano il Web Economy Forum, la piattaforma partecipativa ideata dallo Studio Giaccardi & Associati con il patrocinio di Unioncamere Emilia-Romagna e delle tre Camere di Commercio di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini (e con la collaborazione del Gruppo de Il Sole 24 Ore):

rilanciare la nostra economia sfruttando le potenzialità del web e coinvolgendo non solo i responsabili delle imprese e delle istituzioni, ma rivolgendosi in primis alle donne e ai giovani, risorse preziose ma sottovalutate e sottoutilizzate nel nostro paese.

La forza della Web economy è quella di essere è un vero e proprio ecosistema che si sviluppa dal basso, mette in connessione e in #conversazione risorse differenti che prima agivano in compartimenti più o meno stagni e lo fa attraverso i suoi potenti strumenti di condivisione in tempo reale. Questo approccio “bottom up” crea vantaggi non solo per i nativi digitali e le start up innovative ma anche per le aziende più tradizionali e più caratteristiche della nostra cultura imprenditoriale (basti pensare all’artigianato e ai nuovi #maker, al turismo, all’enogastronomia, alla moda e al design). Il Web Economy Festival ha voluto dare voce a queste istanze, ospitando gli interventi di relatori che hanno parlato non solo di dati economici ma anche di visione globale.

I dati dicono che le imprese romagnole che hanno investito sul web, hanno innovato e si sono aperte a nuovi mercati anche all’estero, sono cresciute fino a cinque volte di più rispetto a quelle offline

(fonte: http://www.giaccardiassociati.it/2014/03/24/tornare-a-crescere-come/). Ma i dati non bastano. Come ha detto Remo Lucchi, uno dei fondatori di Eurisko, all’inizio del Festival, Il web aiuta se c’è un progetto. Un progetto in cui si crede fermamente, che si sviluppa con cura e che magari rispetti criteri di sostenibilità e umanità di cui tutti sentiamo di avere sempre più bisogno. Che sia più consapevole delle problematiche di genere e dei bisogni delle persone.

David Weinenberg, autore di Cluetrain Manifesto (inizialmente un sito web e poi un libro, descritto come un manuale per l’Internet marketing), ha chiuso il Festival dicendo che uno dei segreti e delle potenzialità della rete è proprio la unity of care: una via attraverso la quale ognuno può realizzare le cose a cui davvero tiene. Perché forse la differenza sta proprio nella passione e nella motivazione con cui si fanno le cose.