E-Recruiter: chi è e cosa fa?

 

di Francesca Zucchini

Il lavoro del recruiter oggi è in rapido mutamento e anche in questo settore il fattore digitale è importantissimo.

person-woman-asian-female-business-woman-workingPerché occuparsi di reclutamento, che si tratti di headhunting o di cercare “pesci più piccoli”, richiede sempre più di fare del web la propria rete di pesca. Soprattutto in un’epoca in cui professional network come LinkedIn hanno raggiunto i 9 milioni di iscritti solo in Italia e in cui i social media stanno diventando il braccio destro di moltissime aziende, non solo per quanto riguarda il marketing, ma anche per tutta la comunicazione e il branding.

 

È così che la figura dell’e-recruiter, ossia chi svolge reclutamento e selezione del personale tramite canali online, acquista sempre più importanza per introdurre nelle organizzazioni le persone giuste al posto giusto e magari anche al momento giusto, rendendo i processi non solo più efficaci ed economici, ma anche con un risparmio di tempo.

Ma cosa fa esattamente un recruiter che si rivolge al mondo digitale?

Quando l’azienda ha una posizione vacante, quando vuole crescere e aumentare la propria forza lavoro, o anche semplicemente quando desidera monitorare i talenti presenti sul mercato, ecco che si rivolge al recruiter, prima di passare alla vera e propria selezione. Tale figura si occupa di individuare, attirare e raccogliere le candidature di profili interessanti, che verranno poi valutati per il potenziale inserimento in azienda.

Innanzitutto si tratta di anticipare i bisogni di capitale umano dell’impresa e definirne le priorità.

Il reclutamento viene poi svolto tramite vari strumenti, molti dei quali, come abbiamo detto, oggigiorno appartengono al mondo digitale.

Gli strumenti dell’e-recruiter

Innanzitutto, i metodi più classici, usati ormai trasversalmente da tutte le aziende, sono gli annunci di lavoro online, per i quali esistono attualmente diverse piattaforme. Si tratta di portali su cui le aziende possono pubblicare e mettere in vetrina le proprie offerte di lavoro per posizioni aperte, in modo che chi è in cerca di lavoro, se interessato, possa rispondere con la propria candidatura. Sono quindi una sorta di versione tecnologica dei vecchi annunci di giornale.

Similmente l’e-recruiter può rivolgersi al job posting, ossia alla pubblicazione di annunci sull’intranet aziendale per la mobilità interna.

Ma il web 2.0 offre molti nuovi spazi di azione per favorire il contatto tra azienda e job seeker: da professional network dalle grandi potenzialità come LinkedIn, fino a social network come Facebook, meno precisi e affinati per lo scopo ma di vastissima portata.

Un altro metodo è il mobile recruiting, ossia creare e utilizzare app per raggiungere nuovi bacini di candidati rispetto a quelli contattati tramite gli altri canali.

L’e-recruitment non termina qui. Infatti tra le sue attività annovera anche una certa cura dell’employer branding, tramite azioni di marketing digitale, per svolgere pubblicità mirata in base ai profili ricercati e attrarre talenti che seppur non alla ricerca di lavoro sono interessanti e costituirebbero un vantaggio competitivo per l’azienda.

Personal branding e coaching

Crossing out failure and writing success.

Se le aziende sono sempre più attente alle risorse inserite (per esempio numerosi sono i casi di professionisti monitorati su Facebook e altri social), sapersi comunicare meglio online e offline può fare la differenza.

Quindi, se vogliamo, l’altro lato della medaglia del e-recruitment è il personal branding.

Si tratta cioè della promozione di sé, individuando le proprie potenzialità e puntando sui propri punti di forza più ambiti e richiesti dalle aziende.

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, la figura del life coach e del trainer, soprattutto in ambito di coltivazione del personal brand, è tra le più ricercate dai lavoratori per sviluppare il proprio successo.

Il coach in ambito di personal branding, che è quasi sempre un libero professionista, fa proprio questo: motiva e aiuta una persona o un’azienda a definire i propri obiettivi e svolgere una pianificazione strategica e operativa, proprio come se si trattasse di marketing per un prodotto, al fine di migliorarne il posizionamento sul mercato (del lavoro).

Fra gli strumenti del mestiere per fare questo in prima fila c’è il web, con il sito personale o aziendale, i profili nei social e professional network: tutti aspetti da gestire per uno storytelling efficace.

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