Perché si può scegliere la scrittura anche come hobby, senza voler diventare per forza Jane Austen
Da quanto non scrivi più? Ti sei mai chiesta perché alle superiori tenevi un diario e invece da quando sei “diventata grande” hai smesso totalmente di farlo? Le cause di solito sono un mix di aspettative altissime nei confronti di noi stesse (dobbiamo essere professionali, dobbiamo essere efficaci) e convinzione che il dono della scrittura sia solo di pochi eletti. Ecco, io sono convinta che non sia vero e che chiunque – se vuole – può scrivere (ciascuno a suo modo) per migliorare la propria relazione con se stesso, con gli altri e per sentirsi meglio. Le persone con cui lavoro sulla scrittura autobiografica partono sempre da un desiderio (mi piacerebbe scrivere) e una rigidità (non sono capace) ma con il tempo si lasciano andare e scoprono che scrivere può essere un hobby dignitoso, divertente e rilassante esattamente come costruire aeroplani di compensato.
La dimensione giocosa della memoria
La memoria e la capacità di poterla narrare ci differenziano dagli altri animali: siamo capaci di elaborare concetti, frasi e racconti che ci aiutano a posizionare la nostra vita attuale rispetto al passato, a ciò che abbiamo vissuto e alle speranze per il futuro. Allenare la nostra capacità narrativa usando materiale autobiografico, ciò che ci è accaduto nel passato, quel che ricordiamo della nostra vita, può essere sorprendentemente divertente, specie se non ci facciamo assillare dall’ansia di “dire la verità, niente altro che la verità”.
Un buon racconto, anche autobiografico, si basa sulla manipolazione della memoria: ciò che è realmente accaduto e ciò che non lo è (o non è accaduto necessariamente in quella sequenza cronologica) sono gli ingredienti di una nuova storia che possiamo dominare e ri-costruire come vogliamo.
La scrittura come cura
Scrivere ci può fare davvero bene: specie in momenti particolari della vita, quando il cambiamento scorre, un foglio e la penna sono validi alleati per riflettere su di noi, su quello che desideriamo essere, su quello che pensiamo di essere state. Che cosa, più significativamente di altro, ci ha condotto a quello che siamo oggi? In che modo quell’incontro ci ha segnato? Cosa ricordiamo di quel che – più doloroso – ci è rimasto del passato?
Caro amico ti scrivo…
Se non sai come partire, se il foglio bianco ti blocca, il mio consiglio è di iniziare a scrivere una lettera: scegli un interlocutore e comincia a dialogare con lui. È secondario se spedirai quella missiva o se la terrai dentro a una cartella del tuo computer (o su un foglio di carta pregiata, chiusa in un cassetto), quel che conta è immaginare di dialogare con quella persona, con la libertà di non farlo davvero. La forma epistolare è un incentivo che di solito aiuta chi non ha più dimestichezza con la scrittura.
La scrittura come condivisione
Se sei una persona coraggiosa, se credi nell’energia che si sviluppa condividendo storie e vuoi provare, oggi hai il web. Fai in modo che il tuo profilo Facebook o il blog che hai appena aperto non diventino però solo uno “sfogatoio”.
Ecco qualche consiglio in proposito.
1. Scrivi SOLO se ti sembra di avere qualcosa da raccontare che potrebbe essere UTILE anche ad altri, che ha a che fare con un’esperienza PARADIGMATICA che riguarda una tappa di vita che anche qualcun altro potrebbe vivere, pur nella sua specificità.
2. Non usare uno stile lamentoso, che non lascia spazio ai tuoi interlocutori: tu come ti senti quando leggi post che sono solo sfoghi fini a se stessi? Un cestino della spazzatura? Fai in modo che chi ti legge possa sentirsi coinvolto e utile a sua volta: le interazioni migliori sono quelle che si basano sul fatto che un post è fatto anche dei commenti che riceve e che quando avremo finito di leggerli tutti, anche noi che lo scriviamo non saremo più le stesse persone di prima.
3. Esercita gentilezza e lascia la rabbia per il tuo diario personale: la rabbia non è mai una buona consigliera, è sorella della polemica e figlia dell’ansia, tutti sentimenti che non migliorano la vita di nessuno, se condivisi.
Se seguirai questi consigli, scoprirai che scrivere online di sé può essere terapeutico e utile per noi e anche per gli altri e che le comunità di senso digitali si basano proprio sull’autenticità, il potere generativo delle parole e la capacità di saper selezionare cosa pubblicare, nel pieno rispetto dell’intelligenza altrui.
No, non devi essere una scrittrice famosa per scrivere e nemmeno farlo SOLO per lavoro o personal branding: la scrittura è di tutti e può essere un potente alleato per stimolare la tua creatività.