Scrivere una lettera per sbloccare la creatività

Ricomincia a scrivere partendo da una lettera.

di Francesca Sanzo

Se è un po’ di tempo che hai appeso la penna al chiodo, anche se hai voglia di scrivere, potresti sentirti bloccata. Hai emozioni che girano, hai qualcosa che preme per uscire, magari è proprio una storia che nella tua testa fila come un treno, ti convince, pensi sia giusto condividerla ma quando apri il tuo quaderno o il computer, tutto rimane in punta di pensiero. Oppure sei bloccata davanti a un testo di lavoro, una presentazione, un report professionale: sono tutte situazioni in cui ci siamo trovate almeno una volta, quella del classico “panico da foglio bianco”.

Succede, è naturale e non devi per questo desistere.

Tra le tante strategie che puoi usare, ce n’è una che apprezzo particolarmente e che ha a che fare con l’aspetto più intimo della scrittura, quello relazionale.

Se ci pensi, hai una pulsione a scrivere per raccontare a te stessa e ad altri qualcosa, hai un messaggio, un nucleo di immagini che vuoi comunicare e di solito stai parlando con dei lettori. Ma chi sono i tuoi lettori? I tuoi lettori sono persone e – per la precisione – persone che potresti anche conoscere.

Per esempio, quando scrivi sui social media, spesso nella tua community ci sono amici, amici di amici e parenti. Loro sono i primi destinatari della tua comunicazione. Non dimenticarti mai che quando fai scrittura autobiografica pubblica non stai parlando con una massa indistinta ma con ogni lettore che – singolarmente – leggerà ciò che hai scritto: la scrittura e la lettura sono una chiacchierata a due sempre e lo rimarranno anche quando vincerai il Premio Strega.

Quando senti un disagio o vorresti esprimere dei concetti, magari anche privatamente, solo per te stessa, allo stesso modo hai nella testa un interlocutore ideale: qualcuno che per motivi affettivi potrebbe comprendere la tua storia, decifrarla e farti sentire meno sola.

Ti ho dato abbastanza indizi per capire dove voglio andare a parare? Hai capito bene: lo stratagemma che ti propongo per ricominciare a scrivere è quello di iniziare con un “Caro Renato”, “Cara Silvia” e così via.

Individua una persona che ti sta a cuore, non necessariamente del tuo presente e scrivi come se ti rivolgessi a lui o lei. Avrai davanti agli occhi il suo viso, potrai pescare in un universo culturale condiviso e ti sentirai di iniziare un discorso privato.

Non scegliere qualcuno con cui ti senti a disagio, ma scegli la persona più giusta per ascoltare quella storia.

Ti faccio un esempio: se quel che ti preme è chiarire i tuoi obiettivi professionali, forse l’amato professore di Arte è la persona più giusta per ascoltarti. Se hai voglia di raccontare un aneddoto legato alla tua infanzia, magari vorresti farlo con la nonna che non c’è più. Le lettere che scrivi sono messaggi nella bottiglia per l’immagine riflessa in te del tuo lettore ideale: la nonna, il professore di Arte, il primo amore, l’amica che non c’è più non sono altro che i correlati oggettivi della tua storia, degli eventi memorabili che stai cercando di scrivere.

Quando arriverai al fatidico saluto finale, ti accorgerai che se togli il “Caro Renato”, sei riuscita a completare un testo che ha uno sviluppo e che contiene gli ingredienti per farsi leggere e lo sai perché? Semplice amica, sei riuscita a visualizzare il tuo lettore ideale e hai scritto per lui e non per il tuo ombelico:  ecco come un testo passa dall’essere una pagina di diario a un oggetto di comunicazione.

Ora prendi il tuo quaderno, una matita o una biro, come preferisci e vai fuori, siediti in mezzo alle margherite del tuo parco preferito, pensa a Lucio Dalla e parti con un rilassante “Caro amico ti scrivo…”.