L’11 febbraio è l’International Day of Women and Girls in Science

Ottenere pieno ed equo accesso e partecipazione alle scienze per le donne e le ragazze, raggiungendo così ulteriormente l’uguaglianza di genere e l’emancipazione: ecco i motivi che nel 2016 spinsero l’ONU a dichiarare l’11 febbraio International Day of Women and Girls in Science. 

Obiettivo principale di questa dichiarazione è incoraggiare il maggior numero possibile di ragazze e donne ad accettare lavori nei settori della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (noti anche come materie STEM). La scienza e l’uguaglianza di genere sono entrambe vitali per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo concordati a livello internazionale, inclusa l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. 

Negli ultimi decenni, sono stati fatti molti sforzi per ispirare e coinvolgere donne e ragazze nelle scienze, eppure molto spesso continuano a esserne escluse.

Perché è importante coinvolgere più donne e ragazze nelle materie STEM?

Un significativo divario di genere è persistito nel corso degli anni a tutti i livelli delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche in tutto il mondo. Anche se le donne hanno compiuto enormi progressi nell’aumentare la loro partecipazione all’istruzione superiore, sono ancora sottorappresentate in questi campi.

Quando un gruppo di persone domina un campo di studio, che sia un gruppo di età, un gruppo culturale o un genere, c’è il pericolo di creare una visione ristretta dell’argomento. Includere più donne nelle aree a predominanza maschile porterà nuovi punti di vista, nuovi talenti e creatività, ma non solo: può anche essere in grado di aumentare la posizione sociale e finanziaria delle donne in alcuni Paesi.

La capacità delle donne di entrare nei campi STEM offre loro una più ampia varietà di opportunità di lavoro con una retribuzione più elevata rispetto a quella che si trova in molti altri campi. La domanda di queste competenze in tutto il mondo continua a crescere ed è una priorità garantire loro la possibilità di intraprendere questi percorsi: questa giornata ci permette di riconoscere il ruolo che le donne e le ragazze già svolgono nelle scienze, promuovere l’idea di carriere STEM alle future generazioni di donne ed educare gli uomini sul loro ruolo nell’incoraggiare e guidare le donne e le ragazze – nelle scuole e sul posto di lavoro – a perseguire le proprie inclinazioni.

La situazione in Italia

Nel 2020, il 24,9% dei laureati (25-34enni) ha una laurea nelle aree disciplinari STEM: il divario di genere è molto importante, se si considera che la quota sale al 36,8% tra gli uomini (oltre un laureato su tre) e scende al 17,0% tra le donne (una laureata su sei) (Figura 3). La quota di laureati in discipline STEM è simile nel Centro e nel Mezzogiorno (23,7% e 23,0%, rispettivamente), mentre è più elevata (26,6%) nel Nord (fonte Istat).

Perché le donne non intraprendono carriere nelle materie STEM?

Ci sono molti fattori che contribuiscono a questa mancanza: innanzitutto fino a pochi anni fa, le ragazze e le bambine avevano meno possibilità di accedere ad attività e giocattoli in grado di incoraggiare un interesse per la scienza. Crescendo, si ritiene che le donne siano più critiche nei confronti delle proprie capacità e tendano a sottovalutarsi a causa di input che arrivano dalle famiglie e dalle scuole, quindi potrebbero non pensare di essere “abbastanza brave” per studiare le materie STEM: è stato ampiamente dimostrato, invece, che i risultati dei test delle ragazze nelle materie scientifiche erano buoni quanto quelli dei ragazzi. 

Cosa si può fare per incoraggiare le ragazze a intraprendere una carriera nelle materie STEM?

Innanzitutto è una questione di mindset: famiglie, istituzioni, aziende, devono dimostrare loro che non fanno parte di una piccola minoranza in un corso universitario, o in un lavoro, ma oggi le donne stanno facendo carriera nel campo della ricerca o dell’ingegneria. Poi è necessario non farle sentire una minoranza, non avere parole o atteggiamenti discriminatori.

Molte persone ricordano che nell’infanzia i genitori e le scuole suddividevano il gioco fra “cose da maschi” e “cose da femmine”: per fortuna ormai questa mentalità sta scomparendo, ma è necessario sempre più stimolare bambini e bambine ad attività e giocattoli che li incoraggino a costruire e realizzare cose e li interessano, a esplorare il mondo che li circonda e capire come funziona, senza alcuna preclusione.

Le scuole hanno intrapreso in molti casi dei percorsi di incontri con scienziate, che incoraggiano le ragazze verso le materie STEM: è proprio parlando con le più giovani, che riusciranno a trasmettere passione per la loro materia. Sempre più Università e aziende utilizzano programmi di tutoraggio per aiutare e supportare le donne che entrano in questi campi, mettendole a contatto con dei veri e propri role model, in modo che le giovani donne che si affacciano a una materia, possano vedere esempi tangibili di scienziate di successo.

Il momento è oggi: c’è assoluto bisogno di portare le donne al loro pieno potenziale in questi campi e vedere come i loro contributi possono avere un impatto sul mondo.

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