La ricorrenza dell’International Weelchair Day cade sempre il 1° marzo di ogni anno ed è una giornata di eventi e attività che si svolgono in tutto il mondo in cui le persone su sedia a rotelle celebrano l’impatto positivo che essa ha sulle loro vite. Da quando è stato lanciato per la prima volta nel 2008, le celebrazioni si sono svolte in Australia, Nepal, Senegal, Sud Africa, Bangladesh, Pakistan, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
Come nasce l’International Wheelchair Day?
Il fondatore è Steve Wilkinson, nato nel 1953 a cui è stata diagnosticata la Spina Bifida all’età di due anni e che, per questo motivo, usa una sedia a rotelle praticamente da tutta la vita, dedicandosi completamente alla sua missione di rendere il mondo più accessibile. Nel 2008 ha cercato in rete se esistesse una giornata nazionale per riconoscere i diritti di queste persone, ma non esisteva. È stato proprio in quel momento che “Wheelchair Steve” ha aperto un blog dichiarando che il 1° marzo sarebbe stato l’International Wheelchair Day.
Quali sono gli obiettivi di questa giornata?
Oltre a ricordare l’impatto positivo della sedia stessa, questa ricorrenza vuole ringraziare anche tutte le persone coinvolte nella loro progettazione e costruzione, coloro che offrono supporto e assistenza e che, di fatto, contribuiscono a rendere il mondo un luogo migliore e più accessibile. Questa giornata ha anche lo scopo di concentrare l’attenzione sulle tantissime persone nel mondo che hanno bisogno di una sedia a rotelle, ma che non sono in grado di acquistarne una.
La ricorrenza vuole porre inoltre il focus sui problemi tipici che hanno le persone su sedia a rotelle e che includono edifici non accessibili, marciapiedi, parcheggi con superfici irregolari o ripide. Anche viaggiare con i mezzi pubblici può essere molto impegnativo: si possono incontrare ascensori fuori uso, intercapedini troppo ampie fra la banchina e il mezzo pubblico, ma anche il pericolo di essere al di sotto delle linee di visibilità di pedoni, automobilisti e altri utenti della strada, ma anche le costanti domande che indirettamente sottintendono una sorta di “inadeguatezza”. Soprattutto l’idea alla base di questa giornata è riconoscere una comunità emarginata che viene spesso dimenticata e non sufficientemente rappresentata. |
La condizione di disabilità acuisce le differenze
Secondo l’indagine Istat del 2019 “Conoscere il mondo della disabilità” nel nostro Paese le persone con gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali sono circa 3 milioni e 100 mila (il 5,2% della popolazione).
- Le persone over 75 sono le più colpite: quasi 1 milione e mezzo (cioè più del 20% della popolazione in quella fascia di età) si trovano in condizione di disabilità e 990.000 di esse sono donne.
- È senza titolo di studio il 17,1% delle donne contro il 9,8% degli uomini.
- Nel mercato del lavoro, considerando la popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, risulta occupato solo il 31,3% di persone con disabilità gravi (26,7% tra le donne, 36,3% tra gli uomini).
Costruire un mondo senza barriere
Una barriera è un termine generico usato per descrivere eventi, circostanze, condizioni, atteggiamenti che ostacolano una persona con disabilità a partecipare pienamente e su base di parità alle attività quotidiane.
Esistono due tipi principali di barriere:
- sociali, come il sostegno da parte della famiglia e/o della comunità, i servizi a disposizione;
- fisiche, come mancanza di percorsi asfaltati e sufficientemente ampi, dimensioni di case, uffici, bagni, cucine, ecc..
Il risultato di queste mancanze può determinare l’impossibilità di integrarsi socialmente, creando quindi sofferenza.
Se è vero che abbiamo fatto già molte conquiste per cercare di prevenire la discriminazione, dobbiamo fare un ulteriore passo riconoscendo a tutte le persone la stessa opportunità di far parte della società.
–> Per saperne di più scarica il l’eBook dell’International Wheelchair Day a cura di Steve Wilkinson, clicca qui <–
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