Ogni anno, il 14 luglio, celebriamo la Giornata internazionale delle persone non binarie, che ha lo scopo di sensibilizzare verso i problemi affrontati dalle persone non binarie in tutto il mondo. “Non binario” è un termine generico per le persone la cui identità di genere non si adatta a “uomo” o “donna”, tuttavia le identità non binarie sono varie e possono includere persone che si identificano con alcuni aspetti delle identità binarie, altre no; le persone non binarie possono sentire che la loro identità di genere e la loro esperienza di genere implica l’essere sia un uomo che una donna, oppure la fluidità, l’essere a metà o completamente al di fuori.
Questa giornata è stata istituita come un modo per onorare e celebrare le persone non binarie e la bellezza delle differenze nelle identità non binarie tra le culture.
Cenni storici
La ricorrenza è stata celebrata per la prima volta nel 2012 e la data è stata scelta proprio perché è a metà tra la Giornata internazionale dell’uomo e la Giornata internazionale della donna. Da allora, il 14 luglio è stata riconosciuta in tutto il mondo come data ufficiale dell’International Non-Binary People’s Day.
Nel 2013, nel Regno Unito nasce il termine “ombrello Non Binary” (o Enby), che si diffonde in Italia nella primavera del 2019 e che comprende tutte le persone che non si riconoscono nelle narrazioni transgender mainstream.
Identificazione di genere ed espressione di genere
Per comprendere meglio le identità di genere non binarie, è fondamentale comprendere la differenza tra identità di genere ed espressione di genere.
L’identità di genere si riferisce al chiaro senso di una persona del proprio genere e non è qualcosa di stabilito dagli attributi fisici di una persona.
L’espressione di genere è il modo in cui una persona si esprime e, proprio come il resto della società, le persone non binarie hanno propri modi per esprimere se stesse e la propria identità. Possono presentarsi come espressioni maschili, femminili o in altro modo e questo può cambiare nel tempo, ma nessuna di queste espressioni rende la loro identità meno valida o degna di rispetto.
Immagine: rainbow-project.org
L’importanza del linguaggio inclusivo
È fondamentale essere consapevoli dei pronomi e assicurarsi di utilizzare un linguaggio che includa tutte le persone: il modo in cui parliamo spesso fa riferimento a un genere e noi tutti lo utilizziamo per convenzione, ma una volta che iniziamo a notare la differenza, possiamo passare all’uso di un linguaggio inclusivo. Potrebbe non essere semplice all’inizio, ma a fronte di un gesto che non provoca alcun disagio, potremo riconoscere rispetto e valore alle persone!
Ci sono vari modi per iniziare, come per esempio:
- presentarsi con il proprio nome e pronome: così facendo possiamo ricordare alle persone che ciò potrebbe non essere sempre immediatamente ovvio;
- inserire i propri pronomi nella firma e-mail o nel profilo dei social media;
- invece di rivolgersi a gruppi di persone con un linguaggio binario come “benvenuti“, è possibile sperimentare alternative più inclusive come “vi diamo il benvenuto“.
- usare parole che definiscano la relazione invece che relazione + genere (per esempio “genitori” e non “mamma e papà”);
- utilizzare il pronome “they” quando si parla di qualcuno che non si conosce.
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Quello che possiamo fare di veramente importante e non solo il 14 luglio in occasione dell’International Non-Binary People’s Day è senz’altro informarci e scardinare gli stereotipi sulle persone non binarie.
Per esempio: sapevate che non esiste “sembrare o non sembrare binario”? Molte persone credono che si abbia bisogno di uno stile androgino per essere non binario ed è proprio qui che si cade in errore, creando il presupposto che una persona debba vestirsi in un certo modo per identificarsi con l’aspetto che ha. Un altro preconcetto sulle persone non binarie è “classificarle” come intersessuali o transgender, ma anche presupporre che si sentano a disagio nel proprio corpo, provino disforia di genere, o che abbiano un unico orientamento sessuale.
Non binario non significa trans. Mentre il termine trans generalmente comprende persone il cui sesso non è lo stesso, o non si adatta bene al sesso assegnato alla nascita, alcune persone non binarie non si considerano trans. È sempre importante rispettare il linguaggio che le persone utilizzano per definirsi.
Fonte: stonewall.org.uk |
Persone non binarie e discriminazione
Perché vale la pena dedicare il nostro tempo a disinnescare questi schemi mentali, educarci sull’identità non binaria e cercare di capire come si identificano le persone nelle nostre vite? Perché ci rende più solidali con amici e amiche, partner, familiari e, in generale, con tutti gli esseri umani.
Secondo l’NTDS (National Transgender Discrimination Survey), negli Stati Uniti quasi tutte le persone non binarie hanno subito discriminazioni sul posto di lavoro. I risultati mostrano che dichiararsi come una persona non binaria influisce negativamente sui risultati occupazionali.
Nel Regno Unito, un sondaggio condotto dalla Scottish Trans Alliance ha esaminato le esperienze di 224 persone non binarie che avevano frequentato una clinica per l’identità di genere nei due anni precedenti. Alla domanda se avevano avuto problemi nell’ottenere l’assistenza di cui avevano bisogno a causa della loro identità non binaria, il 28% ha scelto “sì”.
In Italia, attualmente, le persone non binarie non hanno riconoscimento legale specifico. Chi desidera legalmente cambiare il proprio nome e il proprio genere sui documenti, deve seguire un iter trans “canonico”. Per dare dignità alla vita delle persone non binarie, è sempre maggiore la richiesta di legiferare a riguardo, permettendo un cambio di nome e genere senza obbligo di procedura medica e la possibilità, per chi la desidera, di una terza opzione di genere che non sia “maschile” o “femminile”.
Negli ultimi anni alcune società hanno iniziato a riconoscere legalmente le identità non binarie, genderqueer o di terzo genere (fonte Wikipedia).
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