Il 15 Maggio si celebra la Giornata della Famiglia, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per evidenziare l’importanza delle famiglie all’interno della società globale. Questo giorno è dedicato a rafforzare la consapevolezza sulle questioni familiari, oltre a promuovere la comprensione dei processi sociali, economici e demografici che influenzano la vita familiare. Attraverso questa celebrazione, l’Onu mira a sostenere le famiglie nel loro ruolo fondamentale come pilastri delle comunità e nuclei centrali dello sviluppo sociale.
Questa giornata ci offre l’opportunità da una parte di riflettere meglio sulla paternità e dall’altra di riconoscere e celebrare la diversità delle strutture familiari, inclusi i nuclei familiari omogenitoriali.
Famiglia e paternità
Dopo aver riflettuto sul ruolo delle madri nella nostra società e dei diritti delle donne sul lavoro in occasione della Festa della Mamma dello scorso 12 Maggio, ora spostiamo l’accento sulla paternità. Studi come il State of the World’s Fathers del 2019 hanno evidenziato che una genitorialità condivisa nei primi periodi di vita del bambino è essenziale per lo sviluppo di dinamiche familiari equilibrate e positive. Questa transizione dall’accento sulla maternità alla paternità non solo rafforza il ruolo dei padri nella cura dei figli, ma promuove anche un modello di famiglia più inclusivo e paritario, dove entrambi i genitori sono attivamente coinvolti e responsabilizzati nelle diverse fasi della crescita dei figli.
Uno strumento che può favorire questo equilibrio di cura sono i congedi di paternità. In Italia, la consapevolezza e l’utilizzo dei congedi di paternità hanno mostrato una crescita significativa negli ultimi dieci anni: come evidenziato da Save the Children, se nel 2013 solo circa il 20% dei padri aveva richiesto il congedo paternità, nel 2022 il numero era più che triplicato e i padri che hanno usufruito di questo diritto sono saliti a 172.797. Questi dati riflettono una lenta ma progressiva evoluzione nella distribuzione delle responsabilità familiari, pur evidenziando un gap tra i padri con contratti di lavoro più stabili, che richiedono il congedo nel 70% dei casi, rispetto a quelli a termine o stagionali, con percentuali decisamente inferiori (35,95% e 19,72% rispettivamente). Attualmente, la normativa italiana prevede dieci giorni di congedo di paternità obbligatorio, estendibili a undici con certe condizioni. Nonostante ciò, oggi solo il 64% dei beneficiari potenziali ne usufruisce, lasciando un ampio margine di padri che non sfruttano questo diritto, soprattutto per questioni culturali che vedono la madre l’unica figura a potersi occupare dei figli.
La scarsa conoscenza su queste disposizioni gioca un ruolo chiave: ad esempio, secondo i dati raccolti dall’organizzazione no profit WeWorld in collaborazione con Ipsos nel rapporto “Papà, non mammo”, solo il 37% sa che il congedo è obbligatorio e meno della metà è a conoscenza che la durata è di dieci giorni. Questa situazione sottolinea la necessità di politiche più incisive e di una comunicazione più efficace che possano realmente supportare i padri nel loro ruolo genitoriale, contribuendo così a una più equa ripartizione dei compiti di cura e a un reale supporto per lo sviluppo professionale delle madri. Questo è dimostrato dal fatto che, quando l’azienda comunica adeguatamente i congedi di paternità, questi vengono sempre più richiesti.
Inclusione e diversità nella Giornata internazionale della famiglia
Un altro focus in questa giornata è sicuramente quello del riconoscimento di tutte le strutture familiari, compresi i nuclei familiari composti da persone non eterosessuali. Celebrare questa diversità nella Giornata della Famiglia aiuta a sensibilizzare su un tema di fondamentale importanza per l’inclusione sociale e la parità di diritti.
Le famiglie formate da coppie non eterosessuali affrontano numerose sfide, specialmente a livello normativo e legale. La possibilità per le coppie dello stesso sesso di formare una famiglia varia a seconda del paese. Ad esempio, l’adozione è permessa nella maggior parte del Nord e Sud America e in quasi tutta l’Europa occidentale. In alcune aree del mondo, è invece possibile solo adottare il figlio del partner nato da una relazione eterosessuale precedente. In altre, invece, le famiglie omogenitoriali non sono contemplate.
Nonostante progressi significativi in molti paesi, dunque, queste famiglie spesso incontrano ostacoli nell’accesso a diritti che sono automaticamente garantiti alle famiglie eterosessuali. Le problematiche possono includere difficoltà nell’adozione congiunta, nel riconoscimento legale di entrambi i genitori, specialmente non biologici, e nella trasmissione della cittadinanza ai figli. Inoltre, la mancanza di protezioni legali può esporre queste famiglie a discriminazioni nell’assistenza sanitaria, nell’assicurazione e in altri servizi essenziali. Celebrare e sostenere le famiglie omogenitoriali in questa giornata richiama l’attenzione su queste disparità e sottolinea l’importanza di politiche più inclusive per tutti i tipi di famiglia.
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