Dal 1990 negli Stati Uniti il mese di Luglio è il Disability Pride Month: un momento per celebrare le persone con disabilità, affermare la loro dignità e i loro diritti, promuovere la loro visibilità e riconoscere il loro contributo nella società. Celebrare e ricordare il Disability Pride Month è importante per:
– porre fine allo stigma sociale legato alle disabilità;
– sostenere una nuova narrativa, scevra da pregiudizi;
– promuovere la convinzione che la disabilità è una parte naturale della diversità umana di cui le persone disabili possono essere orgogliose.
The Capitol Crawl: quando è perché è nato il Disability Pride Month
Negli Stati Uniti, il mese di Luglio è stato scelto dalle associazioni per commemorare la firma, avvenuta proprio il 26 luglio 1990, dell’Americans with Disabilities Act (ADA): una legge fondamentale che proibisce la discriminazione basata sulla disabilità in vari ambiti della vita pubblica, inclusi lavoro, scuole, trasporti e tutti i luoghi aperti al pubblico. Grazie all’ADA, negli Stati Uniti milioni di persone con disabilità hanno ottenuto maggiori diritti e una vita più inclusiva e accessibile.
Ma è necessario ricordare che qualche mese prima, il 12 Marzo 1990, centinaia di attiviste e attivisti avevano dato vita a una delle proteste più significative della storia americana: “The Capital Crawl”. L’evento si era svolto a Washington, D.C. con lo scopo di sensibilizzare il Congresso e l’opinione pubblica sull’urgenza di approvare l’ADA. Durante la protesta, centinaia di attivisti e attiviste per i diritti delle persone con disabilità abbandonarono simbolicamente le loro sedie a ruote per arrampicarsi sui gradini del Campidoglio degli Stati Uniti. Questo potente gesto aveva lo scopo di mettere in luce le barriere fisiche e sociali che le persone con disabilità affrontavano quotidianamente e l’immagine estremamente potente di queste persone che strisciavano verso l’edificio del potere politico ebbe un impatto emotivo fortissimo, attirando l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica.
“The Capital Crawl”, dunque, fu un momento cruciale nella lotta per i diritti civili delle persone con disabilità, dimostrando chiaramente la necessità di una legislazione che garantisse pari opportunità e accessibilità e dimostrando che l’unione e l’orgoglio di una comunità era in grado di smuovere le scelte politiche di un paese. Questo evento, insieme ad altre azioni di advocacy e pressione politica, contribuì in modo determinante all’approvazione dell’ADA del 26 luglio 1990.
Disability Pride Month nel mondo e in Italia
Nato negli Stati Uniti, il Disability Pride Month si sta diffondendo in tutto il mondo, con molte comunità e organizzazioni internazionali che organizzano eventi e iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e i diritti delle persone con disabilità. Durante questo mese, si svolgono parate, manifestazioni culturali, conferenze e campagne sui social media, tutte mirate a promuovere una maggiore consapevolezza e ad abbattere le barriere fisiche e sociali.
In Italia esiste il Disability Pride Network (DPN), rete informale costituita da diverse realtà organizzate e da singole persone che condividono il comune obiettivo di promuovere una cultura inclusiva. Nato dall’ideatore dell’evento Disability Pride Italia, Carmelo Comisi, DPN porta per le strade di tutta Italia (e non solo durante il mese di Luglio) i Disability Pride: una serie di parate per l’orgoglio disabile e per l’inclusione sociale.
Come sottolineato anche da diversi content creator all’inizio del mese, rispetto al Pride Month, che si svolge nel mese di giugno, il Disability Pride Month non ha la stessa risonanza. Una spiegazione sta nel fatto che non è ancora una celebrazione riconosciuta ufficialmente in tutto il mondo, ma molto sta anche nel fatto di che è un’iniziativa relativamente giovane, ancora non del tutto conosciuta a livello internazionale: il primo Disability Pride in Italia si è svolto a Ragusa nel 2015 con il nome Handy Pride e la bandiera ufficiale del Disability Pride è arrivata solo nel 2019.
La Disability Flag
Il ruolo delle aziende per l’inclusione delle disabilità
Nell’articolo 27 dedicato al lavoro ed occupazione, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia con L. 18/2009) riconosce il diritto delle persone con disabilità al lavoro, includendo in ciò l’opportunità di mantenersi attraverso la propria attività lavorativa e la libertà di scelta all’interno di un ambiente lavorativo inclusivo ed accessibile.
Le aziende hanno, dunque, una grande responsabilità per l’inclusione delle persone disabili all’interno della società: un’azienda inclusiva è consapevole che tutte le diversità, tra cui le abilità differenti, arricchiscono il tessuto sociale e portano a vantaggi significativi per l’intera comunità.
Ma non solo: l’inclusione delle persone con disabilità si traduce anche in benefici tangibili per le aziende stesse. La diversità di prospettive e abilità favorisce l’innovazione, migliora la produttività e permette alle imprese di rispondere in modo più efficace alle esigenze e ai bisogni di una clientela sempre più diversificata.
Per esempio, lo studio Enabling Change di Accenture ha rivelato che le aziende che assumono e valorizzano le persone con disabilità registrano una crescita più rapida rispetto a chi non lo fa: in particolare aumentano le vendite di 2,9 volte e i profitti di 4,1 volte.
Ma, come creare ambienti di lavoro inclusivi per le persone disabili? Ecco alcuni consigli:
- Accessibilità: non c’è inclusione senza rendere accessibili spazi e strumenti per tutte le persone.
- Politiche di assunzione: dall’annuncio di lavoro al processo di colloquio, ogni fase dovrebbe essere accessibile e inclusiva. Per esempio, proponi annunci di lavoro in formati sempre accessibili e non dare per scontato che ci siano ruoli che le persone con disabilità non siano in grado di ricoprire.
- Flessibilità: politiche di lavoro flessibili consentono alle persone con disabilità di conciliare meglio le loro esigenze personali con il lavoro. Ciò potrebbe includere orari di lavoro flessibili, opzioni di telelavoro o permessi retribuiti per appuntamenti medici.
- Formazione: investi nella formazione e nella sensibilizzazione per creare una cultura organizzativa che accoglie e valorizza la diversità.
- Linguaggio inclusivo: utilizza un linguaggio inclusivo nelle comunicazioni aziendali, evitando espressioni o parole che possano essere percepite come discriminatorie o offensive.
- Coinvolgimento attivo: coinvolgere attivamente le persone con disabilità nelle decisioni aziendali e promuovere la loro partecipazione attiva è fondamentale per creare un ambiente in cui le loro voci siano ascoltate e considerate.
- Rappresentazione: includi una rappresentazione autentica e amplificata nella tua pubblicità, ma anche nella tua comunicazione interna. Secondo un recente studio condotto da Nielsen negli Stati Uniti, solo l’1% delle pubblicità trasmesse in prima serata mostra persone con disabilità mentre in Italia, secondo il Diversity Media Research 2023 sulla disabilità i tg italiani si fermano all’1,3%, con predominanza delle notizie sul fine vita (16,3%) e delle malattie mentali (13,2%).
Per concludere, il Disability Pride Month è un momento per celebrare le identità delle persone disabili e riflettere sui progressi significativi che la società ha compiuto verso l’inclusività, ma è soprattutto una buona occasione per ricordare e portare l’attenzione sui progressi necessari ancora da compiere.
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