Giugno è il mese del Pride e la bandiera arcobaleno è al centro della scena: icona queer e simbolo di orgoglio e diritti in tutto il mondo, la Pride Flag sventolò per la prima volta il 28 giugno del 1978 durante il San Francisco Pride. Prima di allora, l’emblema più popolare era stato il triangolo rosa, un simbolo rivendicato dalla persecuzione da parte della Germania nazista.
L’ispirazione del design della Pride Flag deriva dalla bandiera degli Stati Uniti e fu progettata dall’artista e attivista queer Gilbert Baker, su commissione di Harvey Milk (il primo politico apertamente gay della storia): nella sua prima versione aveva otto colori che rappresentavano in vari modi la comunità LGBTQ e venne confezionata da trenta volontari che si occuparono di tingerla e cucirla a mano.
La bandiera arcobaleno è un simbolo inteso a riconoscere giustizia e rispetto per la comunità queer. Sebbene ne vediamo anche un uso commerciale, le sue radici sono nell’attivismo e si basa sull’idea di cambiamento.
Il significato degli otto diversi colori iniziali – fonte Wikipedia
Dopo l’assassinio di Harvey Milk nel novembre del 1978, per la comunità di San Francisco la bandiera arcobaleno assunse un significato ancora più profondo e diventò davvero popolare: con la crescita della popolarità l’inizio della produzione su larga scala fu la conseguenza naturale, ma l’azienda che la produceva non riuscì più a procurare il colore rosa, da qui si rese necessaria l’evoluzione del design dalla prima versione.
Nel 1979, subito prima del Pride, fu apportata un’altra modifica. Gli organizzatori avevano la necessità di dividerla in due metà in occasione della parata, ma poiché sette colori non si sarebbero divisi in modo uniforme, venne tolta la striscia turchese e nacque così una versione della bandiera composta da sei strisce: rossa, arancione, gialla, verde, blu, e viola. Questa è la bandiera che noi tutti conosciamo anche oggi.
Nel 1994 la Pride Flag si affermò davvero come simbolo portante della comunità. Quell’anno Baker realizzò una versione lunga un miglio per il 25° anniversario delle rivolte di Stonewall, l’evento che ispirò il Pride e il movimento per i diritti LGBTQ (con l’occasione chiese propose anche di tornare agli otto colori, ma la versione a sei colori è rimasta la più diffusa).
Nel frattempo, poiché il movimento era diventato ancora più inclusivo e consapevole di se stesso, vari segmenti crearono le proprie bandiere da sventolare accanto alla bandiera arcobaleno: la maggior parte di esse incorpora il design originale ma aggiunge colori ed elementi per riconoscere varie persone all’interno della comunità.
Immagine ©Punnawich/Depositphotos
Nel giugno 2015 il Museum of Modern Art (MOMA) di New York ha acquistato la bandiera originale e l’ha esposta nella galleria del design contemporaneo.
Nel 2017 è nata una nuova versione della Pride Flag nella città di Philadelphia, con due nuovi colori, il nero e il marrone, per rappresentare al meglio anche la comunità afro-americana. Questa nuova bandiera viene chiamata “Philadelphia Pride Flag”.
Nel 2018 è stata disegnata un’altra volta da Daniel Quasar al fine di includere la comunità transgender e questa versione viene chiamata appunto “Pride Progress flag”.
Nel 2020, in solidarietà con il movimento Black Lives Matter e l’intersezione tra le comunità queer e nere è stato inserito nella Pride Flag il simbolo del pugno alzato come segno di unità e sostegno, nonché di sfida e resistenza, questa bandiera viene chiamata QPOC Flag (Queer People of Color).
Pride Progress flag – Foto by Bojan Cvetanović
Nel 2021, Valentino Vecchietti di Intersex Equality Rights UK ha adattato nuovamente il design della bandiera Pride Progress, aggiungendo il triangolo giallo con cerchio viola che caratterizza la bandiera intersex (disegnata nel 2013 da Morgan Carpenter di Intersex Human Rights Australia).
Fonte: WikiMedia
Questo simbolo ha subito modifiche sin dal suo inizio. Sebbene tutti noi conosciamo molto bene la bandiera arcobaleno, ci sono state e probabilmente ci saranno altre sue versioni. Ed è bello proprio perché è così: con il progresso arriva il cambiamento e noi lo accogliamo.
Questa bandiera rappresenta l’impegno nel rendere sempre più ampia la comunità LGBT+, ma anche più sicura e inclusiva e ci ricorda di essere sostenitori di coloro che stanno vivendo una maggiore emarginazione rispetto ad altri. La Pride Flag cambia perché il cambiamento è positivo, è crescita. Le persone cambiano, le comunità cambiano, i valori cambiano, i simboli cambiano e non possiamo avere progresso senza il cambiamento.
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