Essere bisessuali non è una fase: è una realtà.
«Ma sei sposata? Allora sei etero, no?»
«Ah, stai con una donna! Quindi sei lesbica?»
Per molte persone bisessuali, basta parlare della propria relazione per essere subito etichettate come etero o omosessuali.
Come se l’identità bisessuale non fosse mai abbastanza, o semplicemente non esistesse.
In effetti, spesso, la comunità bisessuale è una comunità invisibile.
Da qui, nasce la Giornata dell’orgoglio bisessuale (Bi Visibility Day) del 23 Settembre: un’occasione per parlare di invisibilità, stereotipi, erasure – e del modo in cui tutto questo impatta anche la vita lavorativa delle persone.
Invisibilità bisessuale: il doppio del silenzio
Le persone bisessuali rappresentano una fetta consistente della comunità LGBTQIA+. Eppure, sono tra quelle che meno spesso fanno coming out sul posto di lavoro.
Secondo uno studio del Williams Institute dell’UCLA, solo il 36% delle persone bisessuali cisgender è dichiarata con le persone sueprvisori, contro il 75% di persone gay o lesbiche cisgender.
Questo gap non è casuale: nasce da esperienze ricorrenti di invalidazione, stereotipi e ipervisibilità sessualizzata. Le persone bisessuali spesso vivono un doppio stigma: da una parte, lo scetticismo da parte di colleghi eterosessuali. Dall’altra, la percezione di essere “non abbastanza queer” da parte della stessa comunità LGBTQIA+.
Questa forma di invisibilità ha un costo alto:
- – più stress da minoranza
- – meno senso di appartenenza
- – maggiore rischio di isolamento
- – impatti concreti su motivazione, benessere e performance
Cosa possono fare le aziende?
Essere alleatə delle persone bisessuali significa andare oltre la dicotomia gay/eterosessuale.
Ecco alcune azioni concrete che ogni realtà può mettere in campo:
- – Non dare per scontato l’orientamento sessuale delle persone: nei colloqui, nelle conversazioni informali, nei materiali aziendali.
- – Usare un linguaggio neutro e inclusivo: “partner” al posto di “marito” o “moglie” è un piccolo gesto che fa una grande differenza.
- – Formare i team su microaggressioni e stereotipi legati all’orientamento sessuale, inclusa la bifobia.
- – Garantire spazi sicuri, ascolto e rappresentanza per tutte le identità, anche quelle meno visibili.
Non confusione, ma identità
Essere persone bisessuali non è una fase, non è confusione, non è “una cosa da adolescenti”: È una realtà, anche in azienda. Se non si vede, non è perché non esiste, ma perché, molto spesso, non c’è ancora lo spazio per raccontarsi senza essere messi in discussione.
Il Bi Visibility Day ci ricorda che la diversità ha molte sfumature che le aziende inclusive accolgono, proteggono e celebrano.
Nei nostri percorsi di formazione DEI, lavoriamo ogni giorno per contrastare stereotipi e creare contesti dove ogni identità possa sentirsi riconosciuta.
Se vuoi approfondire questi temi nella tua azienda, contattaci.

