A scuola di crowfunding con GGDBologna e Idea Ginger

Di recente si è concluso il progetto “Osservatorio Digitale di Genere” a cura di Girl Geek Dinners Bologna. All’interno del percorso ODG ho partecipato alla lezione sul Crowdfunding e condivido con la community quello che ho imparato e approfondito sull’argomento.

Le rappresentanti di Idea Ginger,  ci hanno spiegato che il crowdfunding  è una modalità di finanziamento che parte dal basso e permette di sostenere idee e progetti grazie ai contributi della folla (in inglese “crowd”), ossia di tanti piccoli donatori.

Si inizia con una pillola di storia: uno dei primi esempi di C.F. fu la raccolta fondi (120 mila micro donazioni private) che l’editore di giornali Joseph Pulitzer raccolse per finanziare il basamento della statua della libertà a New York. La maggior parte dei finanziatori diede meno di un dollaro. A livello internazionale: Oggi distinguiamo principalmente 4 modelli di CF:

  • Social Lending: si tratta di prestiti tra privati;
  • Equity-based: si cede un’azione in cambio del contributo (caso non frequente in Italia);
  • Donation-based: non sono previste ricompense materiali;
  • Rewarded-based: forma più comune basata su ricompense materiali o intangibili. Può essere “all or nothing” (i fondi vengono versati solo a traguardo raggiunto) o “keep it all (contributi versati indipendentemente dal raggiungimento del traguardo).

Kickstarter è la più grande piattaforma internazionale di crowdfunding: in cinque anni, attraverso il suo sito è passato almeno un miliardo di dollari. Per un articolo di approfondimento in inglese su due pilastri del CF su Kickstarter consiglio questo link.

In Italia non esiste un Kickstarter ma il nostro paese si è difeso nello scenario internazionale e oggi esistono ben 41 piattaforme. Per un approfondimento sui siti italiani ecco un bell’articolo di Wired (link). In Italia le forme più popolari di piattaforme di Crowdfunding sono:

  • Settoriale: es. MusicRaiser, grazie a cui piccole band aiutate dai fan riescono a pubblicare dischi perché il budget dei progetti è sostenibile.
  • Prodotti da banche: es. Com-Unity
  • Do it yourself: in genere viene fatto da istituzioni pubbliche o private molto conosciute che fanno raccolta fondi sul proprio sito. Un bell’esempio è quello di Palazzo Madama o dell’International Journalism Festival che si è appena svolto a Perugia.
  • Territoriale: è un caso italiano. Un esempio è proprio Ginger, che unisce il web alle potenzialità della rete territoriale.

E’ bene considerare che su 10 progetti solo 2,5 arrivano al goal e si raccolgono in media €3.500,00 per progetto

(per finanziamenti di grandi entità il CF non è indicato). Quindi è bene diversificare le fonti di finanziamento. In Italia inoltre c’è poca attenzione a come i progetti vengono presentati mentre questo aspetto è molto importante. Non basta avere una bella idea. Bisogna svilupparla bene.

E’ importante costruire un Business Plan perché fare CF è come gestire una piccola impresa. La domanda da porsi sono: Come far desiderare alle persone di donare? Quale può essere il mio target? Che tipo di community ho? Quali saranno i costi? Devo spiegare bene cosa rende la mia idea geniale, differente e appealing. La comunicazione è cruciale, creare un video di presentazione è fondamentale.

Durante la campagna devo coinvolgere attivamente la community, non solo mandando mail ma anche organizzando eventi di promozione e coinvolgendo opinion leader come i blogger. E fare benchmarking, ossia studiare le esperienze simili per imparare dai loro errori e dai loro pregi. Anche rispettare le tempistiche è decisivo: il Crowdfunding è basato sulla fiducia.

Il dopo campagna è altrettanto importante: non basta raccogliere denaro. Bisogna tenere attiva la community e dare delle ricompense poco costose e coinvolgenti, possibilmente vere e proprie esperienze. E tenere tutte le tracce della nostra impresa che si sono generate sul web.

Infine, il CF esalta il fundraising: ottenere fondi può convincere le banche a finanziare quei progetti che sono stati premiati dai loro sostenitori. Alcune delle best practice presentate, progetti vincenti e molto interessanti: El Cosmonauta: video virale e semplice con profili FB di personaggi del cosmonauti per finanziare. Never ending night: progetto per filmare tutta la volta stellare della terra. La piattaforma Indiegogo ha capito che la loro forza era nei contatti. Infatti i promotori del progetto hanno scritto mail bellissime ad astrofili italiani e associazioni che non solo hanno finanziato ma hanno anche condiviso l’idea. Trail me up: gli ideatori hanno finanziato un brevetto del loro progetto e non tutto il progetto: una versione a spalla della Google CAR. Le loro ricompense sono state molto efficaci: fanno utilizzare ai primi “bakers” il loro strumento gratis. La lanterna di Diogene: se doni alla Lanterna, promotrice della realizzazione di un documentario su gente, luoghi e mestieri, una parte della donazione va alla Lucciola, centro di terapia integrato per l’infanzia. Il donatore era spronato a donare per la natura di entrambe le iniziative. Un passo per sanluca: CF civico per restaurare il portico di San Luca. Si tratta di un esempio di campagna territoriale dove c’è anche uno storytelling:

una raccolta di fondi infatti è anche raccontare una storia.