Perché celebriamo il Pride Month, ora più che mai

In un’epoca in cui i diritti umani sembrano vacillare in molte parti del mondo, la celebrazione del Pride Month assume un’importanza ancora più grande.

Il Pride Month non è solo una celebrazione: è una dichiarazione collettiva di resistenza e appartenenza. Originato dalla rivolta di Stonewall a New York nel giugno 1969, questo mese ha segnato l’inizio di un movimento globale per i diritti delle persone LGBTQIA+, trasformando la paura in orgoglio e la discriminazione e la marginalizzazione in comunità.

Oggi più che mai, il Pride è un momento per ricordare sia i traguardi raggiunti sia le sfide che ancora è necessario affrontare, basti pensare che nel mondo l’omosessualità rimane ufficialmente un reato in circa 63 paesi; 65 se si considerano due paesi che condannano de facto l’omosessualità, anche se non hanno leggi specifiche: Iraq ed Egitto. 

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Un altro esempio recente? Il 3 aprile scorso in Uganda, la corte costituzionale ha respinto un ricorso contro la dura legge contro le persone LGBTQIA+ entrata in vigore nel paese solo nel maggio 2023, che prevede pesanti sanzioni non solo per le persone che hanno relazioni omosessuali, ma anche per quelle che “promuovono” l’omosessualità. Nel paese, il reato di “omosessualità aggravata” prevede la pena di morte.

Tuttavia, anche nei paesi dove i diritti LGBTQIA+ sono protetti per legge, la discriminazione e la violenza rimangono problematiche diffuse. Come evidenziato dall’ultimo rapporto disponibile a livello globale di ILGA, l’associazione internazionale gay e lesbiche, per esempio, negli Stati Uniti la violenza contro le persone transgender è in aumento, con un numero record di omicidi di persone transgender registrati nel 2021. 

 

La situazione europea

A restituirci il quadro della situazione sui diritti LGBTQIA+ in Europa è il rapporto di ILGA-Europe, che quest’anno più che mai ha messo in evidenza i continui contrasti nella situazione dei diritti LGBTQIA+ nei diversi paesi europei, mostrando sia avanzamenti che gravi regressioni.

In paesi come Bielarussia, Bulgaria, Danimarca e Grecia, le persone trans e non binarie incontrano ancora notevoli ostacoli nell’accesso a servizi socio-sanitari adeguati. In Turchia, dopo il terremoto dello scorso febbraio, la comunità LGBTQIA+ ha avuto difficoltà nell’accesso agli aiuti umanitari.

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Nel corso del 2023, ILGA ha registrato anche un incremento di discorsi d’odio e atti di violenza contro la comunità: dei 54 paesi inclusi nell’analisi, solo 6 non hanno segnalato alcun crimine d’odio. Gli eventi del Pride vengono sempre più presi di mira, con attacchi segnalati prima, durante o dopo le sfilate o gli eventi, anche in paesi come Austria, Francia, Italia, Paesi Bassi e Norvegia. Bandiere arcobaleno e simboli LGBTQIA+ sono stati vandalizzati, bruciati o distrutti in Georgia, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Germania e altri paesi.

Anche la retorica anti-LGBTQIA+ da parte di funzionari e politici è in aumento, spesso con la manipolazione di temi come la sicurezza dei bambini per giustificare politiche discriminatorie. Questo fenomeno è stato segnalato in molti paesi, da Austria a Turchia, culminando spesso in discorsi apertamente transfobici.

Alcuni movimenti positivi si vedono nella proibizione delle pratiche di conversione in alcune nazioni come Belgio e Spagna e nel riconoscimento delle unioni civili e dei matrimoni tra persone dello stesso sesso in paesi come Estonia e Svizzera.

E in Italia?

Recentemente, l’Italia ha deciso di non firmare la Carta europea dedicata ai diritti LGBTQIA+, decisione che è stata vista dalla comunità LGBTQIA+ e dai suoi alleati come un passo indietro nella lotta per l’uguaglianza e la protezione di tutte le persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. 

Democrazia e diritti LGBTQIA+

Sì, perché lottare per i diritti LGBTQIA+ significa lottare per i diritti di tutte le persone. A sottolinearlo è anche un rapporto pubblicato nel settembre 2023 dal Williams Institute on Sexual Orientation and Gender Identity Law, istituto di ricerca dell’Università di legge della California.

L’indagine rivela che l’80% della popolazione globale vive in nazioni dove la libertà è in qualche modo limitata, un picco che non si vedeva dal 1997. Contestualmente, si osserva un declino della democrazia che è parallelo a politiche sempre più ostili verso persone gay, bisessuali, intersessuali e transgender. 

Questo studio suggerisce che l’intensificarsi della persecuzione nei confronti delle minoranze, incluse quelle LGBTQIA+, è indicativo di un arretramento democratico, mentre le nazioni con una maggiore accettazione delle persone LGBTQIA+ mostrano generalmente anche un PIL pro capite superiore. 

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Lo studio prende in considerazione il caso specifico della Polonia, dove la diminuzione dell’accettazione della comunità queer è stata un segnale precursore del declino della democrazia nel paese a partire dal 2015. 

Insomma, gli attacchi contro le minoranze emergono come chiari indicatori di tendenze autoritarie: questo non è un caso isolato, ma parte di una tendenza più ampia in cui alcuni paesi stanno ridimensionando i diritti e le libertà conquistate con fatica.

La risposta della comunità e degli alleati

In un periodo storico complesso come quello odierno, in cui i diritti conquistati rischiano di essere erosi e dove gli attacchi contro la comunità LGBTQIA+ sono in aumento, riaffermare l’importanza del Pride è essenziale. 

La promozione dei diritti LGBTQIA+ è una componente essenziale nel più ampio impegno verso i diritti umani e la dignità di tutte le persone. Celebrare il Pride Month significa riconoscere l’impegno a fare la propria parte per un mondo più equo e inclusivo. Per gli alleati, questo significa informarsi continuamente, parlare ed esporsi contro le ingiustizie e supportare attivamente le organizzazioni e le iniziative che promuovono l’uguaglianza. Per la comunità LGBTQIA+, il Pride è un momento di celebrazione, ma anche un potente promemoria del lavoro ancora necessario.

Solo attraverso l’educazione, la visibilità e l’azione collettiva possiamo pensare di costruire un futuro in cui ogni persona può vivere liberamente e in sicurezza.

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